giovedì 2 giugno 2011

L' insostenibile leggerezza dell'essere

PARTE SECONDA
L'anima e il corpo


Ma basta innamorarsi follemente e sentire il brontolio del proprio intestino, perchè l'unità di corpo e anima svanisca di colpo.

L'intero universo non è che un enorme campo di concentramento di corpi identici fra loro e con l'anima invisibile.

I romanzi le offrivano la possibilità di una fuga immaginaria da quella vita che non le dava alcuna soddisfazione.

Un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo?
Soltanto il caso può apparirci come un messaggio.
Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla.

Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze.

L'amore nascente ha acceso in lei il senso della bellezza, e quella musica lei non la dimenticherà più.Ogni volta che la sentirà sarà commossa. Tutto ciò che accadrà intorno a lei in quell'istante, apparirà nell'alone di quella musica e sarà bello.

Quando lui aprì la porta, la sua pancia cominciò a gorgogliare in maniera terribile. Si vergognò. Era come se nella pancia ci fosse sua madre che sghignazzava per rovinare il suo incontro.
 Già quando aveva otto anni si addormentava stringendosi una mano con l'altra e immaginandosi di tenere in quel modo l'uomo che amava, l'uomo della sua vita.

Il sogno è la prova che immaginare, sognare ciò che non è accaduto, è tra i più profondi bisogni dell'uomo.

La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura.

Il suo passo diventò incerto, cadeva quasi ogni giorno, o andava a sbattere contro qualcosa o, quantomeno, lasciava cadere quello che teneva in mano. C'era in lei un'irresistibile desiderio di cadere. Viveva in una vertigine continua.

Ma è proprio il debole che deve sapere esser forte e andare via, quando il forte è troppo debole per poter fare del male al debole.

La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza.Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancora più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.

Aveva le lacrime agli occhi ed era immensamente felice di sentirlo respirare accanto a sè.

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